Camminare nella natura è la miglior terapia

Siamo parte della natura e interagiamo ancora con essa: quando nei boschi inspiriamo le sostanze aeree emesse dagli alberi per proteggersi dai pericoli, questi aromi agiscono anche sul nostro corpo, lo rafforzano, lo rilassano e lo proteggono. La maggior parte dei nostri disturbi nasce proprio da una carenza di natura di cui tutti soffriamo. Camminando tra i boschi, così come in montagna o in riva al mare, possiamo sanare questa carenza e sentirci molto meglio.

L'indice del libro

• Editoriale | Rigenerarsi a contatto con le nostre radici
• Capitolo 1 | Camminare fa bene: nel verde ancora di più
• Capitolo 2 | Dai primi passi fino al trekking: come prepararsi
• Capitolo 3 | Quanto fa bene immergersi nei boschi
• Capitolo 4 | Tanti modi, anche insoliti, per passeggiare nella natura
• Capitolo 5 | Cibi, integratori e rimedi per le lunghe camminate

Il modo più facile e piacevole per proteggere la salute 

Da sempre l’uomo ha camminato molto, per cacciare, per raccogliere il cibo e per difendersi dai pericoli. Ma anche per esplorare nuovi territori e per soddisfare il suo innato desiderio di conoscere. Nel corso di milioni di anni di evoluzione, dagli ominidi all’Homo sapiens, il nostro corpo ha sviluppato le caratteristiche più adatte affinché potessimo spostarci a lungo senza un eccessivo spreco di energie.

Avanzare a testa alta camminando sui due piedi è stato il salto decisivo che ha prodotto molti cambiamenti rispetto alle grandi scimmie con cui siamo imparentati. Il bipedismo ha dato al nostro corpo vantaggi utilissimi per la sopravvivenza: possiamo macinare chilometri e chilometri ogni giorno spendendo poche calorie, abbiamo le braccia libere per fabbricare strumenti, usare le armi e trasportare carichi. Ma ha contribuito anche al nostro sviluppo mentale ed emotivo: il cervello si è potuto espandere e abbiamo potuto affinare le caratteristiche che ci contraddistinguono rispetto alle scimmie e agli altri animali.

Innalza l'umore e l'autostima, vince ansia e depressione

La camminata, come altre forme di esercizio fisico, stimola la sintesi organica di endorfine, neurotrasmettitori che generano benessere e alleviano la sensazione di fatica e di dolore. Si chiamano così perché sono prodotte internamente al corpo (“endo”) e hanno effetti simili a quello della morfina. Sono messaggeri biochimici che hanno la capacità di innalzare il tono dell’umore e sono chiamate anche “ormoni della felicità”. A questi neurotrasmettitori, così come anche alla serotonina prodotta dall’organismo, si ritiene che sia dovuto in gran parte l’effetto benefico della camminata sul nostro stato d’animo.

La School of Kinesiology della University of Michigan, esaminando oltre mille ricerche svolte in precedenza, è arrivata alla conclusione che basta anche una camminata di 10 minuti, facendo circa 1.500 passi, per darci una sensazione di benessere e buonumore. Il cervello ci premia per l’attività fi sica che svolgiamo innescando un meccanismo psicologico di ricompensa e appagamento.

L'anteprima del libro

L'autore del libro

Questo libro è stato scritto dagli esperti dell'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica. L'istituto, fondato nel 1979 da Raffaele Morelli insieme a un gruppo di medici, psicologi e ricercatori, ha lo scopo di studiare l'uomo come espressione dell'unità psicofisica, riconducendo a questa concezione l'interpretazione della malattia, della sua diagnosi e della sua cura.

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